Il marketing sta facendo passare la BioPlastica come un prodotto “positivo” di cui farne utilizzo come le forchettine monouso, sacchetti, bottiglie
Ecco che negli impianti del riciclo dell’umido si stanno accumolando prodotti non puri che non dovrebbero essere buttati nel bidone dell’umido.
Le plastiche sono definite biodegradabili quando sono suscettibili al processo che avviene quando i microrganismi presenti nell’ambiente come alghe, batteri e funghi, riconoscono quella sostanza come cibo, dunque la consumano e la digeriscono senza bisogno di additivi artificiali.
La plastica biodegradabile è un tipo di plastica che può essere decomposta da microrganismi, come batteri e funghi. La biodegradazione è un processo naturale che si verifica in condizioni ambientali specifiche, come la presenza di ossigeno, acqua e temperatura.
La plastica biodegradabile viene prodotta a partire da materie prime rinnovabili, come l'amido di mais, la cellulosa o il PLA (acido polilattico). Queste materie prime sono più facilmente decomposte dai microrganismi rispetto alle materie prime fossili, come il petrolio o il gas naturale.
La plastica biodegradabile offre una serie di vantaggi rispetto alla plastica tradizionale. Innanzitutto, è meno dannosa per l'ambiente, in quanto non si accumula nell'ambiente e non rilascia sostanze tossiche. In secondo luogo, può essere utilizzata per produrre una varietà di prodotti, tra cui imballaggi, articoli monouso e bioplastiche.
Tuttavia, la plastica biodegradabile presenta anche alcuni svantaggi. Innanzitutto, è spesso più costosa della plastica tradizionale. In secondo luogo, la sua biodegradabilità può variare a seconda delle condizioni ambientali. In terzo luogo, non è sempre possibile garantire che la plastica biodegradabile venga effettivamente composta, in quanto può essere smaltita in modo inappropriato.
In generale, la plastica biodegradabile può essere una scelta sostenibile per la produzione di una varietà di prodotti. Tuttavia, è importante considerare i suoi vantaggi e svantaggi prima di utilizzarla.
Ecco alcuni esempi di prodotti realizzati in plastica biodegradabile:
La norma europea UNI EN 13432 stabilisce che nel normale ciclo di compostaggio queste devono disintegrarsi per il 90% dopo 3 mesi, mentre devono essere digerite dai microrganismi per il 90% entro 6 mesi.
Che siano in terra, in mare o in un corso d’acqua, i sacchetti biodegradabili (che adesso sono di uso comune) rimangono per anni nell’ambiente, proprio come quelli in polietilene.
Purtroppo i prodotti di plastica biodegradabile devono essere gettati nell’indifferenziato, nè nella plastica nè nell’umido!
Un danno ulteriore per l’ambiente, un motivo in più per smettere di acquistare prodotti di plastica sia normale che biodegradabile.