Trota iridea, branzino, orata e salmone atlantico sono le specie più allevate e consumate in Europa. Forse non lo sai: i pesci sono animali curiosi, sociali e pieni di sorprese, ma negli allevamenti intensivi trascorrono una vita molto diversa da quella in natura.
Scopriamo insieme:
In natura la femmina della trota iridea prepara il nido scavando una buca nel fondale del fiume, nella quale depone le uova che vengono fecondate dopo aver creato un legame di coppia con il maschio. Per proteggerle ricopre la buca accuratamente con la ghiaia.
L’allevamento intensivo dei pesci racchiude una serie di problematiche che sono fonte di stress e immensa sofferenza per questi animali sensibili.
La maggior parte dei metodi utilizzati in fase di abbattimento causano dolore profondo e sofferenza prolungata nei pesci. I minuti prima di morire sono lunghi e spesso vengono uccisi senza stordimento preventivo.
Vasche a terra e gabbie in mare sono caratterizzate dalla presenza di un’alta concentrazione di pesci, come gli allevamenti intensivi di ogni altro animale. Le conseguenze sono scarsa qualità dell’acqua, trasmissione di malattie e sovraffollamento.
La cattura e il trasporto avvengono in fase di ingrasso e macellazione. Sono momenti molti stressanti per i pesci, che vengono ammassati e prelevati dall’acqua. Numerosi sono i tentativi di fuga e le aggressioni. L’utilizzo di pompe e reti non adeguate causa gravi ferite prima di morire.
La manipolazione è una procedura invasiva che comporta l’estrazione dei pesci dall’acqua. Può provocare lesioni e, nel caso della spremitura di uova nelle femmine, gravi deformazioni. Si tratta di un’esperienza che provoca notevole stress nell’animale.
Indagini mostrano l’allevamento e l’uccisione crudele di milioni di pesci nell’Unione Europea. Negli allevamenti di trote, spigole e orate che abbiamo visitato, gli animali sono costretti a vivere in vasche sovraffollate, vengono spostati ad alta velocità con pompe e lasciati fuori dall’acqua per decine di minuti senza poter respirare. Infine muoiono dopo lunghe agonie a causa di stordimenti inefficaci o addirittura arrivano ancora vivi alle fasi di stoccaggio.